Allegri-Giuntoli, vertice anti-crisi. Max striglierà la squadra: i retroscena

TORINO – L’unità di crisi è operativa e la linea rossa è calda. Tra Massimiliano Allegri e Cristiano Giuntoli c’è stato un dialogo continuo anche nella domenica di riposo: troppo pressante la crisi della Juventus perché i due maggiori responsabili dell’area tecnica potessero dedicarsi a una normale giornata di riposo. Così, per quanto circondati dagli affetti familiari, l’allenatore e il responsabile dell’area tecnica si sono confrontati più volte sia per analizzare la situazione sia per individuare di concerto il modus operandi con cui invertire la rotta. Quanto all’analisi, si sono trovati d’accordo sull’attribuire le motivazioni principali della crisi a una problematica mentale che deriva da una serie di ragioni. La causa scatenante è sicuramente la sconfitta di Milano contro l’Inter, sommata al fatto che i giocatori abbiano “over performato” nel girone di andata e che le goleade di inizio 2024 abbiano ingenerato un eccessiva fiducia in se stessi e la convinzione di aver raggiunto un livello tale da poter affrontare certe partite “in gestione” e con un livello di attenzione più basso. La verità, invece, è che se questa Juve si convince di poter giocare con la sigaretta in bocca invece che con il coltello tra i denti, rischia di perdere con quasi tutte le squadre di Serie A.

Juve, obbligatorio alzare il ritmo

Non a caso lo stesso Allegri, subito dopo il pareggio di Verona, ha battuto il tasto sulla necessità di “resettare perché poi l’interruttore non si riaccende immediatamente. Serve riprendere pian piano a fare quello che sappiamo”. E cioè giocare “di gruppo” con una concentrazione e una mutualità di intenti che si è un poco persa per strada. Se prima i giocatori facevano un metro in più, – la sintesi della conversazione tra i dirigenti – ora ne fanno un in meno. Comprensibile, dopo la grande corsa delle 19 gare utili (Coppa Italia compresa) ma non giustificabile e soprattutto non più tollerabile sia per ragioni di classifica sia per ragioni di – chiamiamola così – deontologia applicata alle esigenze di maglia.

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